Acido Docosaesaenoico e displasia broncopolmonare nei neonati pretermine
Gli studi sugli animali e sull'uomo hanno suggerito che l'Acido Docosaesaenoico ( DHA ), un acido grasso polinsaturo a catena lunga n-3, potrebbe ridurre il rischio di displasia broncopolmonare, ma mancano studi appropriatamente progettati.
Sono stati assegnati a caso 1.273 neonati nati prima di 29 settimane di gestazione ( stratificando secondo sesso, età gestazionale inferiore a 27 settimane o da 27 a meno di 29 settimane e Centro ) entro 3 giorni dalla loro prima alimentazione enterica a ricevere una emulsione enterale che forniva DHA a una dose di 60 mg per chilogrammo di peso corporeo al giorno o una emulsione di controllo ( soia ) senza DHA fino a 36 settimane di età post-mestruale.
L'esito primario era la displasia broncopolmonare, definita su base fisiologica ( con l'utilizzo del monitoraggio della saturazione dell'ossigeno nei neonati selezionati ), a 36 settimane di età post-mestruale o dimissioni dall’ospedale, a seconda di quale avvenisse prima.
In totale 1.205 neonati sono sopravvissuti alla valutazione dell’esito primario.
Dei 592 neonati assegnati al gruppo DHA, 291 (49.1% per imputazione multipla) sono stati classificati con displasia broncopolmonare fisiologica, rispetto a 269 ( 43.9% ) su 613 neonati assegnati al gruppo di controllo ( rischio relativo aggiustato per strato di randomizzazione, 1.13, P=0.02 ).
L'esito composito della displasia broncopolmonare fisiologica o della morte prima delle 36 settimane di età post-mestruale si è verificato nel 52.3% dei neonati nel gruppo DHA e nel 46.4% dei neonati nel gruppo di controllo ( rischio relativo aggiustato, 1.11, P=0.045 ).
Non sono emerse differenze significative tra i due gruppi nei tassi di morte o in altre malattie neonatali.
In conclusione, l'integrazione enterale di DHA a una dose di 60 mg per kg al giorno non ha comportato un rischio minore di displasia broncopolmonare fisiologica rispetto a una emulsione di controllo tra i neonati prematuri nati prima di 29 settimane di gravidanza e può aver causato un rischio maggiore. ( Xagena2017 )
Collins CT et al, N Engl J Med 2017; 376: 1245-1255
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